Nuovo studio sulla cellulite: «Le onde d’urto sono il metodo più efficace per combatterla»

Il metodo più efficace per combattere la cellulite? Le onde d’urto. È quanto emerso dal congresso internazionale IMCAS, appuntamento interamente dedicato alla scienza estetica, chirurgia plastica e dermatologia cosmetica che si è svolto dall’1 al 3 febbraio a Parigi. Davanti a esperti arrivati da tutto il mondo, Patrizia Gilardino chirurgo estetico di Milano, ha presentato uno studio sull’approccio ottimale per il trattamento della cellulite e per il rimodellamento corporeo fatto con un trattamento combinato di onde d’urto. «I risultati ottenuti sono stati decisamente significativi, con benefici visibili anche a sei mesi di distanza dalle sedute», spiega Gilardino. «Le onde d’urto sono sicuramente tra i migliori trattamenti per contrastare di cellulite, adiposità localizzata e rilassamento cutaneo. Sono il miglior trattamento se consideriamo il fatto che non sono invasive, sono indolori e non hanno effetti collaterali».
Già utilizzate per combattere i calcoli nelle vie urinarie e conosciute per la loro capacità di contrastare i piccoli accumuli di grasso, le onde d’urto hanno trovato un ampio utilizzo nel ringiovanimento della pelle e nella lotta alla cellulite. «Agendo direttamente sul metabolismo cellulare hanno un effetto rigenerativo importante – spiega la dottoressa -. Questo sia quando si tratta di intervenire su cellulite, sia su piccoli accumuli di grasso, ma anche per restituire tonicità alla pelle».
Nello studio presentato, la dottoressa ha suddiviso i casi in tre tipologie: con la sola cellulite, con cellulite più adiposità e con cellulite, adiposità e rilassamento cutaneo. Tutti i pazienti sono stati sottoposti a trattamenti da 6 a 10 sedute e poi valutati con fotografie, misurazione delle circonferenze e stratigrafie sulla struttura del grasso. «Il risultati sono stati la riduzione delle circonferenze di un paio di cm, un attenuamento della “classica” buccia d’arancia e un miglioramento dell’aspetto del tono cutaneo. A corollario, il trattamento ha evidenziato due caratteristiche importanti: la paziente dopo 2-3 sedute percepiva al contatto una maggiore elasticità del tessuto cutaneo; sei mesi dopo il trattamento i risultati si sono mantenuti. E possono continuare a migliorare nel tempo con un minimo di mantenimento». L’approccio di Gilardino è stato combinato, ovvero ha unito l’utilizzo delle onde radiali a quello delle onde planari. «Le due tipologie di onde differiscono nella capacità di operare più o meno in profondità: le prime intervengono più in superficie, con le seconde è possibile arrivare nel sottocute – spiega -. A seconda delle problematiche da affrontare, ho formalizzato sei protocolli che differiscono per l’uso dei manipoli e la preferenza di un tipo di onda all’altra».
Il trattamento è stato fatto con uno speciale apparecchio che prevede l’utilizzo di diversi manipoli. «Il ricorso all’uso di onde planari e/o radiali ha dipeso dalle esigenze specifiche della paziente: a seconda delle problematiche da risolvere. Inoltre, grazie a specifici manipoli, si è potuto intervenire in modo puntuale andando, per esempio, a operare direttamente sui “buchini” provocati dalla cellulite. Ogni seduta è stata aperta e chiusa con un piccolo trattamento con onde vibratorie; queste non sono onde d’urto, ma permettono di preparare i tessuti, drenare la pelle ed eliminare le scorie alla fine». Conclude Gilardino: «Con cicli da 6 a 10 sedute a cadenza settimanale è possibile vedere i miglioramenti già nel corso del trattamento. Il risultato completo si ha a distanza di tre mesi dall’ultima seduta».

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